Secondo un comunicato emesso dalla Endocrine Society (vedi il link in basso, dopo la fine dell’articolo) la terapia sostitutiva con testosterone orale (TRT) eseguita con testosterone undecanoato (TU, marchio Jatenzo) si rivela un trattamento efficace sul lungo termine per quei soggetti di sesso maschile con livelli di testosterone bassi. Questo trattamento, secondo il comunicato, non rivelerebbe evidenze di tossicità a livello epatico. I risultati del nuovo studio sono stati presentati alla conferenza annuale ENDO 2021.

La terapia orale per quanto riguarda la TRT è un’opzione che viene scelta per molti uomini che possono avere dei problemi con le altre motilità di somministrazione, come spiega Ronald S. Swerdloff, un ricercatore del Lundquist Research Institute di Torrance, California, che ha guidato il team di studio che ha realizzato lo studio.
Prima dell’approvazione del testosterone undecanoato negli Stati Uniti, l’unica terapia per via orale approvata era quella con il metil-testosterone.

Purtroppo, come fa notare il ricercatore nel comunicato, questo farmaco è associato a degli effetti collaterali negativi collegati al fegato, effetti causati da alcune sostanze chimiche.
Il ricercatore ha svolto uno studio su vari soggetti che hanno, nel corso degli ultimi due anni, assunto il nuovo farmaco testosterone undecanoato (reso disponibile in commercio negli Stati Uniti solo nel febbraio del 2020). Il ricercatore non notava effetti tossici sul fegato. Notava solo piccoli aumenti dell’antigene prostatico specifico (PSA), una proteina secreta dalla prostata, e dell’ematocrito (HCT), collegato ai globuli rossi.

Si tratta di aumenti che comunque erano stati osservati anche con altre forme di terapia con testosterone per via orale e questi stessi effetti sono risultati indipendenti dalle modalità di somministrazione.
“Il nostro studio rileva che il TU è una terapia orale efficace per gli uomini con bassi livelli di testosterone e ha un profilo di sicurezza coerente con altri prodotti di testosterone approvati, senza gli svantaggi delle modalità di somministrazione non orale”, spiega lo stesso Swerdloff.

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