Un nuovo studio condotto da una ricercatrice dell’Università della California del Sud suggerisce che gli integratori utilizzati per stimolare il testosterone, conosciuti anche come “T-Booster”, potrebbero risultare molto meno efficaci di quanto si possa pensare.
Secondo Mary K. Samplaski, la ricercatrice che ha condotto lo studio, molti degli integratori di questo tipo presenti oggi sul mercato sono semplici integratori di vitamine e minerali “ma non fanno nulla per migliorare il testosterone”.
A tal proposito cita anche quanto le persone possano essere sensibili alle attività di marketing messe in atto dai venditori di questa tipologia di integratore, cosa che rende poi poco distinguibile, da parte dell’utenza, il falso dal vero.
Il testosterone è un ormone sessuale presente nei maschi grazie al quale gli uomini sviluppano quelle caratteristiche maggiormente “maschili” rispetto alle femmine, come muscoli più sporgenti, un timbro di voce più profondo, un petto peloso, eccetera.
Tuttavia, superati i 30 anni di età, la produzione naturale del corpo umano di testosterone comincia a diminuire e ciò può portare, tra le altre cose, anche alla disfunzione erettile.
L’integrazione di testosterone tramite prodotti del genere si rivela dunque come ritornare un po’ indietro nel tempo.
Tuttavia Samplaski e colleghi hanno analizzato gli ingredienti attivi in relazione alle affermazioni contenute nelle pubblicità di 150 integratori di testosterone di tipo “T-Booster”.
Tra i componenti più comuni che hanno trovato in questi integratori vi erano lo zinco, l’estratto di fieno greco e la vitamina B6.
Confrontando i quantitativi di tutti e 109 componenti trovati negli integratori e raffrontandoli con le quantità suggerite dalla Food and Drug Administration statunitense nonché con i livelli considerati come tollerabili stabiliti dalla National Academy of Science, i ricercatori si sono accorti che il 90% di essi veniva pubblicizzato come integratore che poteva aumentare il testosterone o che poteva “aumentare il desiderio sessuale o la libido” ma meno del 25% di essi fornivano all’utente dati a sostegno di queste affermazioni.
Molti di essi, inoltre, contenevano livelli di vitamine di minerali più alti dei limiti tollerabili.
Il consiglio della ricercatrice, in relazione ai bassi livelli di testosterone, è quello di parlare con un medico o con un nutrizionista prima di ricorrere a questi integratori.