Uno gruppo di scienziati dell’Università dello Utah dichiara, tramite uno studio pubblicato su Science, di essere riuscito ad invertire lo stato di pre-diabete nei topi disattivando un enzima denominato diidroceramide desaturasi 1 (DES1).
La disattivazione di questo enzima porta ad un abbassamento della quantità totale dei ceramidi, una famiglia di molecole lipidiche, nel corpo dei topi.
DES1 diventa dunque un bersaglio utile per un eventuale creazione di farmaci per prevenire lo stato di pre diabete, eventualmente anche negli esseri umani.
Si tratta di una strategia terapeutica che risulta “straordinariamente efficace”, come specifica Scott Summers, uno degli autori dello studio insieme a David Kelley.
Lo stesso ricercatore sottolinea il fatto che le ceramidi hanno un ruolo di primo piano nel metabolismo.
Tra l’altro gli stessi ricercatori hanno scoperto che le ceramidi innescano nel corpo una serie di meccanismi per conservare il grasso nelle cellule ma ciò a lungo andare può provocare una capacità ridotta delle stesse cellule di sintetizzare il glucosio e di prelevarli dal flusso sanguigno.
Inoltre le stesse ceramidi provocano un aumento della conservazione degli acidi grassi nel fegato rallentandone il ricambio.
Questo può essere un vantaggio nel breve termine oppure quando il cibo scarseggia ma se quest’ultimo è abbondante le cellule cominciano ad immagazzinare molto grasso perché aumentano i livelli di ceramidi, cosa che avviene nell’obesità.
Questa condizione poi porta all’insulino-resistenza e alla malattia del fegato grasso, Nonché allo stato di prediabete.