Secondo un nuovo studio portato avanti da ricercatori dell’Università di Cincinnati, l’estratto delle foglie di ginkgo biloba, una pianta molto antica originaria della Cina, può essere un’ottima arma di contrasto per il diabete di tipo 2.

Effetti positivi sulle cellule di Langerhans

Helal Fouad Hetta, scienziato della suddetta università e autore principale dello studio, ha infatti eseguito esperimenti sui topi diabetici e si è accorto che il ginkgo biloba aveva un effetto più che positivo sulle cellule beta di Langerhans.
Queste ultime sono cellule che nel pancreas sono addette alla secrezione di insulina. In sostanza l’integratore a base di ginkgo biloba creava “un effetto riparativo simile a quello che vediamo nei ratti non diabetici sani”, come afferma lo stesso scienziato nel comunicato stampa.

Esperimenti sui topi diabetici

Nello studio, apparso su Diabetes, Metabolic Syndrome and Obesity: Targets and Therapy, viene descritto l’esperimento e i suoi effetti. Ai ratti era stato indotto il diabete di tipo 2 dopo un alimentazione forzata, molto ricca di grassi, per otto settimane e con un’iniezione intraperitoneale di una dose di streptozotocina.
Gli stessi ratti erano stati divisi in quattro gruppi, di cui uno di controllo (costituito da ratti non diabetici).

Estratto di ginkgo biloba aumentava insulina

Assumendo estratto di foglie di ginkgo biloba, i topi diabetici vedevano un aumento della massa delle cellule beta del pancreas e in generale della quantità di insulina prodotta dal pancreas.
Come sottolinea lo stesso Hetta, quasi tutte le ricerche precedenti riguardanti gli estratti di gingko biloba si sono concentrate sugli effetti di questa pianta riguardo alla demenza e alla compromissione della memoria, lasciando intendere l’importanza di questa ricerca in relazione al contrasto al diabete.

Ginkgo biloba disponibile come compressa, estratto, capsula o tè

Inoltre lo stesso ricercatore ricorda che questo integratore è disponibile in commercio come compressa orale, come estratto, come capsula o anche come bustine per il tè.

Ginkgo biloba non tossico se preso a basse dosi

Sempre secondo il ricercatore, non risulta tossico se utilizzato a basse dosi ma può comunque interagire con altri medicinali, quindi si consiglia sempre un consulto dal medico prima di assumerlo regolarmente.

Non ingerire semi di ginkgo biloba

Hetta consiglia infine di non ingerire semi di questa pianta crudi o anche tostati “perché possono essere velenosi”. Lo stesso ricercatore aggiunge: “Dovrebbe essere preso in capsule o in compresse se usato. Inoltre, se stai assumendo farmaci, consulta i tuoi medici prima di prendere in considerazione il ginkgo biloba.”

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