Livelli particolarmente elevati di ormone antimulleriano (AMH) sono stati scoperti in campioni di capelli umani femminili. Si tratta di un “ormone della fertilità”, di solito usato come un indicatore per valutare come le donne possano rispondere ai vari trattamenti per la fertilità.
Questo ormone viene secreto da cellule che circondano ciascun uovo nel momento in cui si sviluppa nell’ovaio e può essere dunque utilizzato anche come marcatore per capire il livello di riserva ovarica.
La misurazione di questo ormone è poi diventata utile anche per valutare come una paziente può rispondere alla stimolazione ovarica per la fecondazione in vitro. Di solito questo ormone viene misurato in campioni di sangue prelevato per via endovenosa.
Questo nuovo studio, però, mostra che la misurazione tramite campioni prelevati da capelli possa essere migliore innanzitutto perché meno invasiva e poi perché darebbe, secondo i ricercatori, una rappresentazione più appropriata dei livelli ormonali rispetto all’esame del sangue.
I ricercatori si sono avvalsi dei risultati conseguiti su 152 donne dalle quali erano stati raccolti, a più riprese, campioni di capelli e di sangue nel corso delle loro visite in ospedale.
I ricercatori scoprivano livelli di AMH “biologicamente rilevanti” all’interno dei capelli, con gli stessi livelli che tendevano a diminuire con l’avanzare dell’età, cosa comunque prevista.
Il livello di questo ormone nei capelli risultava fortemente correlato al conteggio dei follicoli ovarici. Gli stessi ricercatori riscontrano inoltre un livello di precisione maggiore rispetto all’analisi del sangue anche perché gli ormoni tendono ad accumularsi nei capelli per mesi mentre nel sangue i livelli possono cambiare anche dopo poche ore, cosa che permette una migliore comprensione dei livelli dell’ormone.