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Livelli troppo alti di zucchero nel sangue possono attenuare l’utilità dell’esercizio fisico, soprattutto quello di tipo aerobico, secondo un nuovo studio condotto da ricercatori dello Joslin Diabetes Center.
L’iperglicemia è una condizione che vede un livello troppo alto di zuccheri nel sangue e che è spesso collegata al diabete.

I ricercatori, per giungere a questa conclusione, hanno effettuato ancora una volta esperimenti sui topi. Nello specifico hanno utilizzato ratti con una condizione molto simile a quella di iperglicemia cronica negli esseri umani, una condizione che può essere comune nel cosiddetto “prediabete”, una fase che precede la condizione di diabete vera e propria.
Hanno diviso i topi in due gruppi: uno che seguiva una dieta di tipo occidentale, ricca di zuccheri e grassi, e un altro gruppo fatto da topi modificati per produrre un quantitativo minore di insulina, cosa che aumentava gli zuccheri nel sangue, similmente a quanto avveniva con la dieta occidentale nei topi del primo gruppo.

Tutti e due i gruppi di topi dovevano poi sottoporsi a fasi di allenamento correndo su delle ruote all’interno delle gabbie.
I ricercatori si accorgevano che i topi con livelli di zucchero più alti non riuscivano a migliorare la capacità del proprio esercizio aerobico pur dopo centinaia di km percorsi. In pratica l’allenamento aveva poco effetto su di loro.

Osservando più in dettaglio i loro corpi, i ricercatori vedevano che i muscoli non riuscivano ad adattarsi bene allo sforzo aerobico come fa un muscolo normalmente quando è sottoposto sempre allo stesso esercizio, cosa che rende l’esercizio poi sempre più facile.
Secondo gli scienziati livelli più alti di zucchero nel sangue prevengono in qualche modo il rimodellamento muscolare modificando, almeno in parte, le proteine della “matrice extracellulare” nello spazio che c’è tra le cellule degli stessi muscoli, spazi dove si formano i vasi sanguigni.

“Di conseguenza, i muscoli degli animali iperglicemici hanno fibre più grandi e meno vasi sanguigni, che è più tipico dell’allenamento della forza, piuttosto che dell’allenamento aerobico”, spiega Sarah Lessard, autrice senior dello studio apparso su Nature Metabolism.

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