Un team di ricercatori del Brigham and Women’s Hospital ha scoperto che un farmaco ipoglicemizzante per diabetici che può essere considerato come comune può, anche se raramente, rendere più complicate gravi le condizioni dei pazienti con COVID-19.

Che cos’è la chetoacidosi diabetica

Lo studio, pubblicato sull’American Association of Clinical Endocrinologists Clinical Case Reports, prende in considerazione una rara complicazione diabetica denominata chetoacidosi diabetica (DKA). Questa condizione può sopraggiungere quando le cellule non ricevono un quantitativo sufficiente di glucosio e quindi cominciano a non funzionare più bene.

EuDKA

Una particolare aumento di casi di un tipo di chetoacidosi denominato euDKA era stato infatti notato dai ricercatori all’ospedale Brigham nel corso della pandemia di COVID-19, cosa che ha fatto ipotizzare che i pazienti diabetici che assumevano i farmaci ipoglicemizzanti potevano essere a rischio maggiore di euDKA una volta aveva contratto la COVID-19.
La EuDKA è una tipologia di chetoacidosi diabetica (DKA) che accade quando le cellule, dopo non aver ricevuto un quantitativo sufficiente di glucosio, compensano questa mancanza metabolizzando i grassi e creando un accumulo di acidi denominati chetoni. La differenza è che nella EuDKA che i livelli di zucchero nel sangue sono più bassi e ciò rende ancora più difficile la diagnosi.

Inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2i)

Già la FDA statunitense aveva avvertito che il rischio di DKA ed euDKA può aumentare per quegli individui che già assumono farmaci per il diabete denominati inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2i). Questi farmaci rilasciano glucosio in eccesso nelle urine.

I casi studiati dai ricercatori

I ricercatori, per realizzare il proprio studio, si sono interessati a cinque casi definiti come insoliti di euDKA durante la primavera del 2020. Si trattava di un’incidenza molto più alta di euDKA rispetto a quella dei due anni precedenti quando, in due anni, si erano visti nello stesso ospedale solo 10 casi di euDKA. Tutti e cinque i casi erano pazienti affetti da COVID-19 che assumevano SGLT2i.
“Abbiamo le conoscenze di base per riconoscere che gli inibitori SGLT2 possono causare DKA ed euDKA”, spiega Naomi Fisher, ricercatrice della Divisione di endocrinologia, diabete e ipertensione. Secondo i ricercatori la stessa COVID-19 può esacerbare i rischi di euDKA in quanto il virus SARS-CoV-2, legandosi alle cellule del pancreas che producono insulina, può avere un effetto negativo e tossico su di loro. “È stato ipotizzato attraverso altri modelli che il virus potrebbe distruggere preferenzialmente le cellule produttrici di insulina”, spiega ancora la stessa Fisher.

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